Il Graduale Tu es Deus del Cantatorium – Codex Sangallensis 359 in notazione sangallese
La notazione sangallese è uno dei modi in cui si annota il canto gregoriano.
È la notazione più antica, più conosciuta e più studiata per chi affronta lo studio della musica antica.
Si è sviluppata nell’Abbazia di San Gallo in Svizzera, da cui il nome, e si è diffusa nell’ambiente germanico e più in generale nell’Europa centrale. La notazione sangallese è una notazione di tipo adiastematico, cioè i neumi sono scritti in campo aperto senza il riferimento del rigo musicale e resta tra le più ricche di indicazioni preziose per l’interpretazione del canto gregoriano ed il suo studio s’impone a chiunque voglia conoscerlo a fondo.
Il codice più antico, il codice C St. Gallen 359, è un cantatorium che risale all’inizio del X secolo.
Il Graduale Triplex riporta in inchiostro rosso, sempre sotto la notazione quadrata e sotto la notazione metense in nero i neumi della scuola di san Gallo, permettendo la lettura sinottica.
Inizio dell’Alleluia “laudate pueri” tratto dal “graduale triplex” in nero la notazione metense, in rosso la sangallese
La notazione metense o lorenese è un modo ancora differente di ‘scrivere’ il canto gregoriano.
Si è sviluppata nella Francia settentrionale prendendo il nome dalla città di Metz, anche se l’aggettivo metense risulta inappropriato: difatti a Metz non è mai esistita una scuola scrittoria. La regione in cui è nata nel IX secolo e si diffuse è la Lorena meridionale ed il codice più importante pervenutoci, il manoscritto 239 (L) conservato nella Bibliothèque Municipale di Laon e risalente all’anno 930 circa, proviene da Laon, per questo la notazione è detta anche di Laon.
La notazione metense si diffuse anche in territori lontano dalla Lorena: in Italia la troviamo a Como e a Vercelli.
La caratteristica principale di questa notazione, sta nell’ondulazione del tratto. Significativo rappresentante è il neuma monosonico detto uncinus (), la cui dimensione è variabile a seconda del valore della nota cui corrisponde. Riducendo le dimensioni si ottiene la semplice forma del punctum, il cui valore sarà estremamente ridotto.
Questa notazione è adiastematica, cioè non dà informazioni sull’altezza melodica dei suoni.
Il Graduale Triplex riporta in inchiostro nero, sempre sopra la notazione quadrata e sotto la notazione sangallese in rosso, indicato con la lettera L, i neumi del codice 239, permettendo la lettura sinottica.
I neumi monosonici in questa notazione hanno una tipica forma all’uncino, detti appuntouncinus, spesso con grandezza proporzionale all’intensità sonora con cui vanno intonati.
(Credits: foto 1 pubblico dominio; foto 2 pubblico dominio)
Chiara Pisati