Abbiamo già parlato di altezza del suono, cioè del fatto che un suono può essere più o meno acuto, più o meno grave. Nella scrittura musicale, per indicare l’altezza dei suoni si usa collocare le figure che rappresentano le note su un rigo, detto anche pentagramma. Con il termine pentagramma si indica, a voler essere precisi, il rigo semplice, quello composto da cinque linee orizzontali parallele.
Dico rigo semplice, perché il rigo può essere anche doppio, come accade ad esempio negli spartiti per pianoforte:
(frammento da E. Grieg, Due Melodie Op 53, I – Norvegese)
oppure triplo, come negli spartiti per organo (il rigo più in basso indica la parte affidata alla pedaliera):
(frammento da C. Saint-Saens, Tre preludi e fughe Op. 99, Preludio 1)
o multiplo, come nelle partiture per ensemble strumentali e per orchestra:
(frammento da R. Strauss, Così parlò Zarathustra)
Il rigo è provvisto di una chiave, che funziona da punto di riferimento, e determina la posizione delle note nel rigo stesso. Le chiavi più comuni sono la chiave di violino o di Sol, che fissa la posizione del Sol immediatamente superiore al Do centrale sulla seconda linea del pentagramma (le linee si contano dal basso verso l’alto), e lachiave di basso o di Fa.
La posizione delle note nel pentagramma in chiave di violino è questa:
La chiave di violino si usa per gli strumenti che hanno un’estensione più sviluppata verso l’acuto, come il violino, appunto, il flauto, il clarinetto, le voci femminili…
La chiave di basso o chiave di Fa, come avrai intuito dal nome, fissa la posizione del Fa: si tratta del Fa che si trova immediatamente sotto il Do centrale, ed è collocato sulla quarta linea del pentagramma:
La chiave di basso viene usata per strumenti che hanno un’estensione più sviluppata verso il grave, come il violoncello e il contrabbasso, il trombone, la tuba, la voce di basso… e non è difficile capire come mai.