L’opera del francese Camille Saint-Saëns Le Carnaval des animaux è decisamente una delle sue opere più conosciute.
Possiamo classificarla come Suite, ovvero come insieme di brevi brani con peculiarità differenti, di certo sui generis e molto differente dalle suites più tradizionali che abbiamo nella mente (Bach, Haendel,…). Composta a Vienna nel 1866, eseguita privatamente l’anno dopo nella festa del martedì grasso, sempre a Vienna ebbe la sua prima esecuzione pubblica il 22 febbraio 1922. Il compositore aveva chiesto che non venisse né pubblicata, né eseguita mentre egli era in vita.
L’organico previsto – 2 pianoforti, 2 violini, viola, violoncello, contrabbasso, ottavino, flauto, clarinetto, xilofono, glassarmonica – è scelto per rappresentare musicalmente un serie di animali.
Vediamoli uno per uno, con qualche breve pecualiarità, sia del tipo di esecuzione, ma anche del significato, perché il compositore utilizzò la rappresentazione di un animale per critiche anche ‘pepate.
1. Marcia reale del leone – ecco il leone, immaginato nella classica immagine del re della foresta. Gli accordi ripetuti dei pianoforti sottolineano l’imponenza del passo dell’animale. Fantastico il modo di creare il ruggito: un arpeggio nella parte grave del pianoforte! Il pezzo è solenne, in tempo Andante maestoso.
2. Galline e galli (Poules et Coqs)-Pianoforti, violini e viola ‘imitano’ il verso delle galline. Il coccodè è reso da note corte e incalzanti, con l’acciaccatura sulle note acute.
3. Emioni [Hémiones (animaux véloces)] – La corsa veloce e frenetica di questi asini selvatici, questo vuol rappresentare il brano: il tempo Presto furioso si snoda con una corsa virtuosa dei 2 pianoforti, che dopo arpeggi e scale, chiudono con pochi accordi finali.
4. Tartarughe (Tortues) – Saint-Saëns qui ha una trovata geniale: prende il tema del Can-can dall’Orfeo all’inferno di Offenbach che tutti conosciamo come un travolgente balletto, ma lo ripropone in versione lenta, come lento è il passo delle tartarughe.
5. L’elefante (L’Éléphant) – Altra trovata deliziosamente geniale e comica: il pachiderma viene descritto dal timbro grave del contrabbasso, che suona un valzer su accompagnamento del secondo pianoforte. Saint-Saëns prende un altro tema famoso e lo utilizza per dare ironia al brano: la Danza delle silfidi di Hector Berlioz. Le silfidi erano creature mitologiche leggiadre e graziose, il tema suonato al contrabbasso dà l’idea della pesantezza di un elefante che cerca di imitare delle deliziose creature danzanti ma con esilaranti risultati.
6. Canguri (Kangourous) –
I canguri saltano, si sa, e per imitarli ‘servono’ i due pianoforti con brevi note ravvicinate. Nonostante l’effetto dia al brano un carattere simpatico e comico, nel brano aleggia un tono di mistero e di ambientazione fantastica, introducendo quello successivo.
7. Acquario (Aquarium) –
È un brano dolcissimo, misterioso, che fa volare la fantasia: i pianoforti, il flauto, la glassarmonica e gli archi eseguono una nenia, quasi sussurrata, in tempo Andantino. I fraseggi e gli arpeggi esplorano sonorità inconsuete, descrivendo l’ambiente dell’Acquario e movenze affascinanti dei pesci che in esso si muovono come danzando. Il compositore pensa anche alle bollicine che salgono in superficie: archi e pianoforti eseguono scale ascendenti. Il tema appartiene ai flauti e agli archi.
8. Personaggi dalle orecchie lunghe (Personnages à longues oreilles) – Ascoltiamo inequivocabilmente il raglio degli asini, con note acute dei violini succedute da note basse (hi-ho). Saint-Saëns non mette a caso questi animali, egli pensa ai critici musicali del tempo e al loro presentarsi saccenti, e meritevoli, secondo il compositore, di questa bella caricatura.
9. Il cucù nel bosco (Le coucou au fond des bois) – Il clarinetto si maschera e si presenta come cuculo, con il suo cu-cu in una trama di accordi suonati dai pianoforti. Di vero effetto l’atmosfera creata che riproduce i colori e le sensazioni della foresta, con la presenza quasi nascosta dell’uccello.
10. Voliera (Volière) – Il flauto non poteva non essere protagonista. Da sempre ‘usato’ per imitare i volatili, anche qui si presenta nella stessa veste e il frenetico volo di uccellini nella voliera (non identificati, ma possiamo immaginare canarini, pappagallini…) è riprodotto da una frase musicale briosa e vivace, ripresa più volte, del flauto, con accompagnamento di archi.
11. Pianisti (Pianistes) – La musica di questo brano non è altro che una serie di semplici e ripetitivi esercizi di studio per l’apprendimento del pianoforte. Inserendo la ‘razza’ dei pianisti tra gli animali, Saint-Saëns dipinge una divertente parodia: pianisti costretti a ore di ripetitivo studio sulla tastiera. Lo strumento stesso viene messo in ridicolo, mentre propone elementari studi piuttosto che scale, arpeggi o virtuosismi. Spesso nella scelta di alcuni direttori i due pianisti suonano sbagliando volontariamente il tempo e quindi non sincronizzati, aumentando l’effetto comico dello ‘studente annoiato’.
12. Fossili (Fossiles) – I fossili vengono riprodotti dallo xilofono, che fa pensare al rumore delle ossa. I temi di questo brano assai vivace sono tratti dalla Danza Macabra dello stesso Saint-Saëns e dal Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. Saint-Saëns non risparmia sarcasmo ai critici musicali, che considera spesso vecchi e antiquati.
13. Il cigno (Le Cygne) – Sicuramente il più celebre motivo di Saint-Saëns, conosciuto soprattutto per il balletto La morte del cigno, di cui fa parte. Sugli arpeggi dei due pianoforti, il violoncello espone un tema malinconico, anzi struggente, in tempo 6/4 in sol maggiore.
14. Finale (Finale) – Il finale è un allegro rondò che alterna il nuovo tema con la citazione di temi già proposti dagli altri brani, quasi a ricapitolare tutta l’opera, dove tutti gli animali vogliono far riconoscere la loro presenza come in un corteo.
Ecco la versione integrale dell’Opera, con Elio come narratore:
(Credits: foto 1 Pubblico dominio, foto2 Pubblico dominio, foto3 Pubblico dominio , videoCameristi della Scala)
Chiara Pisati