Non è proprio a portata di mano, essendo in Svizzera, praticamente al confine con la Germania, ma di certo potendo organizzare un bella gita sarebbe proprio una metà di grande interesse.
Abbastanza unica nel suo genere, fino a 1990 era una collezione privata, poi resa accessibile al pubblico.
Di cosa parliamo? Del Museo degli Automi Musicali e del Carillon: più di 600 pezzi dal 1750 al 1940. Oltre agli automi musicali meccanici, quindi funzionanti senza ausilio di pile o batterie, vi si trovano parecchie migliaia di accessori come i rulli e i cilindri, provenienti dalla Svizzera, dall’Europa e dagli Stati Uniti. Il curatore, Heinrich Weiss, ha raccolto le scatole musicali, gli organi da fiera, gli organetti, gli orchestrion e i pianoforti meccanici del periodo compreso tra il 1750 e il 1940 e nel 1990 li ha donati alla comunità.
Le officine di restauro e la biblioteca specializzata rendono oggi il museo un autentico centro di competenza per la musica meccanica.
Sul sito ufficiale (purtroppo non disponibile in italiano) si trovano tutte le informazioni necessarie: come arrivare, orari di apertura, periodi di apertura/chiusura nel vari periodi dell’anno
(Credits: foto sito ufficiale museo)
Chiara Pisati