Ritratto di J. J. Quantz ad opera di Gerhard – 1735
Johann Joachim Quantz celebre flautista, compositore, docente e costruttore di flauti, nasce a Oberschaden il 30 gennaio 1697. Divenuto orfano alla tenera età di dieci anni, inizia a prendere lezioni di musica dallo zio che tuttavia muore nel giro di alcuni mesi, poi dal musicista successore dello zio defunto. Rimane sette anni e mezzo presso di lui e apprende a suonare il violino, l’oboe e la tromba. Kisenwetter, organista di qualche merito, gli dà anche lezioni diclavicembalo.
Dopo una lunga peregrinazione per diverse città in Europa si reca in Varsavia nel 1718, e proprio in quella città, disperando di pervenire all’abilità che desiderava sul violino e l’oboe, si volge in special modo al flauto, sotto la direzione di Buffardin e Pisendel.
I suoi primi saggi di composizione consistono in alcuni brani per questo strumento. Guidato dal suo solo istinto, li scrisse senza mai aver studiato le regole dell’armonia, ma ben presto sente la necessità di conoscerle e il compositore boemo Zelenka gli dà le sue prime lezioni dicontrappunto.
Nel 1724 Quantz ottiene dal re il permesso di accompagnare a Roma il conte di Lagnasco, ambasciatore di Polonia presso la santa Sede. Non appena vi giunge, si reca presso Gasparini che gli dà lezioni di contrappunto. L’anno successivo è a Napoli, dove vi trova Hasse che studiava allora sotto la direzione di Alessandro Scarlatti . Scarlatti non amava gli strumenti a fiato, poiché erano molto imperfetti ai suoi tempi, ma quando sentì Quantz, riconobbe di non aver mai creduto che si potessero trarre da un flauto intonazioni così giuste e suoni tanto belli. A Venezia strinse amicizia con Leonardo Vinci, Porpora e Vivaldi (che dopo averlo conosciuto compose i 6 concerti per flauto traverso op 10). Il 15 agosto 1726 arriva a Parigi, ma lo stile della musica francese non lo soddisfa. Ma è proprio a Parigi che Quantz fa un primo esperimento per perfezionare questo strumento, aggiungendovi una seconda chiave. Dopo otto mesi fu richiamato a Dresda, ma vuole visitare l’Inghilterra prima di far ritorno ed arrivò a Londra il 20 marzo 1727. L’opera, diretta da Händel era allora nel pieno del suo splendore, si facevano notare, tra i cantanti, il senesino, Francesca Cuzzoni e Faustina Bordoni. L’orchestra, composta in gran parte da elementi tedeschi, è eccellente. Offerte assai vantaggiose vengono fatte a Quantz per convincerlo a rimanere, ma la parola alla corte di Sassonia era data e così partì per Dresda dove arriva il 23 luglio dopo aver attraversato i Paesi Bassi, Hannover eBrunswick.
La lunga assenza di Quantz, i suoi viaggi, le sue relazioni con artisti celebri in tutti i generi, avevano nutrito il suo talento e il suo trattamento economico viene raddoppiato. Nello stesso anno segue il re a Berlino. La regina di Prussia, incantata dal suo talento, gli offre un posto con un compenso di 800 scudi, ma il re non gli permette di andarsene, la sola cosa che gli accorda, è di poter fare ogni anno un viaggio per dare lezioni di flauto al principe reale che più tardi divenne re di Prussia, sotto il nome di Federico II.
Dopo la morte del re di Polonia (1733), il suo successore, Federico Augusto, volendo conservare Quantz al suo servizio, gli accorda un trattamento di ottocento talleri e il permesso di fare due viaggi ogni anno per visitare il suo regale allievo. Nel 1734 Quantz pubblica le sue prime sonate per flauto, insieme alla vedova di un musicista della corte di Dresda, che si chiamava Schindler e due anni dopo apre una manifattura di flauti costruiti secondo il suo nuovo sistema.
Salito al trono nel 1741, Federico II gli offre 2000 talleri con la promessa di pagargli in moneta sonante ogni sua composizione se avesse accettato di stabilirsi a Berlino. La proposta fu accettata e Quantz si allontana da Dresda. Il suo favore presso Federico II fu senza limiti. I suoi compiti consistevano nel recarsi ogni giorno presso il re per eseguire con lui dei duetti per flauto o provare nuovi concerti, nello scrivere tutta la musica che Federico eseguiva e nel battere la misura dei concerti che si svolgevano negli appartamenti reali e nel costruire appositamente per il re flauti.
Dopo 32 anni di esistenza felice e onorata alla corte di Prussia, Quantz muore a Potsdam il 13 luglio 1773 all’età di settantasei anni.
Opere e innovazioni flautistiche
Indipendentemente dalla chiave aggiunta al flauto, Quantz contribuì al miglioramento di questo strumento con l’invenzione della pompa d’allungamento per il pezzo superiore che permette di mantenere l’intonazione con l’orchestra quando il flauto si scalda e tende a crescere nei suoni. Questo celebre artista fece ancor di più per l’arte musicale, pubblicando il suo “Saggio di un metodo per apprendere a suonare il flauto traverso” le cui edizioni e traduzioni si sono moltiplicate e che può essere usato ancora con frutto, nonostante i progressi avutisi dall’epoca della sua prima apparizione. È a lui che l’arte di suonare il flauto è debitrice dei progressi più considerevoli. La sua attività fu prodigiosa, perché scrisse, per il servizio del re di Prussia, più di 300 concerti per flauto e orchestra, oltre 200 brani a flauto solo, moltiduetti, quartetti e trii e questo nonostante le cure che esigevano la sua fabbrica di flauti e i quotidiani impegni a corte. La maggior parte di queste opere è rimasta a lungo manoscritta presso l’archivio del re di Prussia e il pubblico per lungo tempo non ha conosciuto quasi nulla di lui.
- sei sonate a flauto traverso con basso, per violoncello o cembalo) op.1 Dresda 1739 in-folio, oblungo
- sei duetti per due flauti Berlino, 1759
- neuen kirchenmelodien zu denen gestlichten liedern des Hr. prof. Gellert
- 6 sonatas or duets for german flutes
Ma sono ancora rimasti in manoscritto circa 296 concerti per flauto solo ed archi, trii, quartetti, quasi 200 sonate per flauto e basso continuo
Saggi e trattati
Quantz si fece anche conoscere come teorico con le opere seguenti:
Versuch einer anweisung die floete traversiere zu spielen mit verschiedenen zur befoerderung des guten gesmacks in der pracktischen musik dienltchen anmerkungen begleitet und mitten exempeln erlautert
Berlino, 1752 in-4° di 45 fogli con 24 tavole
La seconda edizione di quest’opera è apparsa a Breslavia nel 1780, in-4° , una terza edizione è stata stampata, sempre nella stessa città, nel 1789 presso Korn, in-4°. Ne esiste una traduzione francese pubblicata con questo titolo:
Essais d’une methode pour apprendre à jouer de la flute traversiere avec plusieurs remarques pour servir au bon gout de la musique, le tout eclairci par des examples
Lustig ha pubblicato anche una buona traduzione olandese di questo libro, con delle note, intitolata:
Grondig onderwys van der aardt en de regle behandeling der dwarsflut, etc…
Amsterdam, Olofsen, 1755 in-4°
Al Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna si trovano bozze manoscritte di una traduzione in italiano eseguita per volontà di Padre Giovanni Battista Martini.
(Credits: foto Pubblico Dominio; video tnsnamesoralong)
Chiara Pisati