Particolare da un ritratto di Mozart di Johann Nepomuk della Croce (1736-1819), che si trova nella casa del compositore a Salisburgo.
Il 10 agosto del 1788 Wolfgang Amadeus Mozart terminava la composizione della Sinfonia n. 41 in Do Maggiore, K 551. É l’ultima sinfonia composta dal musicista austriaco e anche la più lunga.
Come spesso accadeva per le composizioni le venne assegnato un ‘soprannome’ , quello di Sinfonia Jupiter, appunto. Tale denominazione non è originale di Mozart (pochi sono i ‘ soprannomi’ alle opere dati dai compositori stessi), ma venne coniato dall’ impresario Johann Peter Salomon
La sinfonia prevede un organico di un flauto, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni in Do, 2 trombe in Do, timpani in Do e Sol, e archi.
La sinfonia n. 41 è l’ultima di una serie di 3 che Mozart composte in rapida successione nell’estate del 1788. La 39° fu completata il 26 giugno; la 40° il 25 luglio e la 41° per l’appunto il 10 agosto! Impressionante se si considera che nello stesso tempo Mozart lavorava ai suoi trii per piano in Do e Sol maggiore , alla sua ‘Sonata facile’ e a una sonatina per violino.
Non si sa con certezza se Mozart abbia potuto ascoltare la sua sinfonia : sappiano da un certo Otto Erich Deutsch, che al tempo Mozart stava organizzando un concerto ma non si riesce ad documentare con certezza se il concerto venne realmente eseguito oppure cancellato.
La sinfonia, segue la tradizionale forma dell’epoca classica, quindi suddivisa in 4 movimenti:
Allegro vivace, in 4/4
Andante cantabile, in 3/4 con tonalità di Fa Maggiore
Minuetto: Allegretto – Trio, in 3/4
Molto allegro, in 2/2
Il primo movimento segue la ‘forma sonata’ e il tema principale inizia con motivi contrastanti passando da un ‘tutti’ in tonalità di impianto per poi passare alla dominante e ritornare in fondamentale, seguito da ‘risposte’ più liriche.
Questo scambio avviene per 2 volte e poi segue un passaggio di transizione, che sviluppa i 2 temi contrastanti. Il secondo tema inizia con una sezione lirica in sol maggiore che termina con un accordo sospeso di settima, per poi proseguire in un tempestoso passaggio in do minore. La coda inizia con una citazione dell’aria mozartiana “Un bacio di mano”, K. 541 .
Lo sviluppo inizia con una modulazione da sol maggiore a mi bemolle maggiore e poi viene sviluppato. Una falsa fine porta delicatamente la tonalità in fa maggiore. Il primo tema viene ripreso e ripresentato in maniera cromatica e ricondotto a do maggiore.
Il secondo movimento, anch’esso in forma sonata, è una Sarabanda di tipo francese in Fa maggiore, simile a quelle che si trovano nelle Suites per tastiera di Johann Sebastian Bach.
Il terzo movimento è il più convenzionale.
Il quarto movimento presenta alla fine una caratteristica notevole della Sinfonia: il fugato a 5 voci, presentato i 5 temi fondamentali; anche se l’espediente del fugato era già presente , seppur brevemente in altre sezioni.
In uno scritto sulla Sinfonia Jupiter, Sir George Grove scrisse: ” per il finale Mozart ha tenuto in serbo tutte le risorse del suo genio, e tutta la potenza…in nessun altra composizione ha ottenuto così tanto”. Del pezzo nel suo insieme, ha scritto che “É la più grande opera orchestrale del mondo, che ha preceduto la rivoluzione francese”.
Per gli appassionati mettiamo l’intera trilogia delle Sinfonia che Mozart, ribadiamo, compose nel giro di 3 soli mesi, come scritto nel testo.
(Credits: foto Wikipedia; video1 Eliahavani; video2 AroniaTellus2)
Chiara Pisati